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RavennaFaenza, uno scambio generazionale per giovani protagonisti
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Faenza, uno scambio generazionale per giovani protagonisti

Diocesi:
Faenza - Modigliana
Località;
Faenza
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 35.000
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In continuità con il progetto 2022 “Giovani on-life”, anche su questa nuova annualità, proseguiranno gli incontri con le scuole, le parrocchie, gli scout, mirando a formare i giovani a legami forti di comunità. Il contributo assegnato alla Caritas diocesana di Faenza - Modigliana è di 35mila euro.   "Giovani on-life" entra nel secondo anno di vita per tessere le fila di una comunità più coesa, guidata e ispirata dalla gioventù. In un'epoca caratterizzata da cambiamenti rapidi e talvolta radicali, questo progetto si distingue per la sua capacità di creare legami profondi all'interno della comunità, coinvolgendo scuole, parrocchie e gruppi scout in un dialogo continuo e costruttivo. L'obiettivo? Formare i giovani non solo come individui dotati di un forte senso di appartenenza comunitaria ma anche come protagonisti attivi del cambiamento sociale. Attraverso una serie di iniziative che spaziano dalla formazione all'animazione, il progetto si impegna a sviluppare un senso di dono di sé e di incontro con l'altro, soprattutto nei confronti delle persone più fragili. La novità di quest'anno risiede nel potenziamento della comunicazione, con l'intento di abbracciare gli spazi virtuali frequentati dai giovani, per narrare storie di bene e di carità in modo autentico e coinvolgente. La vera scommessa del progetto è di rafforzare il legame con le parrocchie locali, promuovendo alleanze intergenerazionali dove adulti e giovani possano imparare reciprocamente, valorizzando le peculiarità di ciascuno. Questa strategia si inserisce in un più ampio disegno di coinvolgimento giovanile all'interno della Caritas e oltre, mirando a stabilire un nuovo paradigma di partecipazione attiva. La collaborazione tra gli operatori Caritas, essenziale per il successo del progetto, sottolinea la necessità di un investimento di tempo ed energie, non solo nei confronti dei giovani ma anche degli adulti, pilastri delle comunità parrocchiali. Con un impatto previsto su circa 1500 giovani, il "Giovani on-life" rappresenta non solo una promessa ma una concreta manifestazione di come la fede, unita alla volontà di agire insieme, possa generare un futuro luminoso per tutti.
 
LatinaGaeta, inclusione sociale e professionale per quindici inoccupati
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Gaeta, inclusione sociale e professionale per quindici inoccupati

Diocesi:
Gaeta
Località;
Gaeta
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 100.000
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Il progetto verrà realizzato dalla Caritas di Gaeta in collaborazione con la Cooperativa sociale “Al di là dei sogni” e con la Cooperativa sociale “Viandanza” in qualità di co-gestori. Il contributo assegnato è di 100mila euro. Il progetto “Osare sé stessi. Formazione, orientamento, lavoro e dignità” prevede la realizzazione di un percorso di inclusione sociale e lavorativa rivolto a quindici inoccupati del territorio in condizioni di fragilità e marginalità. L'obiettivo è chiaro: creare un percorso personalizzato che affronti le esigenze individuali di formazione e orientamento lavorativo, offrendo al contempo un sostegno psicologico fondamentale. Attraverso un approccio che privilegia la selezione accurata dei partecipanti e la definizione di percorsi individuali, "Osare sé stessi" punta a attivare le risorse interne dei beneficiari e a stimolare la comunità circostante a costruire un modello di welfare condiviso e sostenibile. L'intervento non si limita alla formazione e all'orientamento; include anche laboratori inclusivi, tirocini extracurriculari e un coinvolgimento attivo delle parrocchie e della comunità locale. Quest'ultimo aspetto è particolarmente significativo, in quanto mira a sensibilizzare l'intera diocesi sull'importanza di una rete di supporto che vada oltre i tradizionali confini assistenziali, promuovendo un'etica del lavoro che riconosca e valorizzi la dignità di ogni individuo. In questo viaggio verso l'autorealizzazione e l'inclusione sociale, il progetto diventa un esempio emblematico di come la collaborazione tra diverse realtà possa effettivamente generare cambiamenti significativi. La divulgazione dei risultati e dell'impatto socio-economico del progetto non solo aumenta la consapevolezza ma anche ispira altre realtà a seguire un modello di intervento che ponga al centro l'individuo e le sue potenzialità, delineando un futuro in cui lavoro e dignità camminano mano nella mano.
 
GenovaGenova, trasformare l'emergenza abitativa in opportunità di rinascita
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Genova, trasformare l'emergenza abitativa in opportunità di rinascita

Diocesi:
Genova
Località;
Genova
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 120.000
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Terzo anno di attuazione per il progetto della Caritas di Genova “A ciascuno il suo tetto” che prosegue nel contrasto all’emergenza abitativa presente sul territorio diocesano. Il contributo assegnato è di 120mila euro. Avviato tre anni fa, il programma ha già cambiato la vita di cento persone senza dimora, offrendo loro non solo un riparo, ma un percorso verso la stabilità abitativa e personale. Il modello adottato è quello dell'housing first, una strategia che inverte l'approccio tradizionale all'emergenza abitativa: prima viene fornita la casa, poi si affrontano le altre sfide personali. Questo approccio rispetta la dignità individuale e accelera il processo di reintegrazione sociale, specialmente per le persone anziane o malate che necessitano di un sostegno prolungato. Le famiglie che vivono in condizioni di emergenza abitativa e sono destinatarie di alloggi di edilizia popolare ricevono un accompagnamento personalizzato nel prendere possesso del loro nuovo appartamento. Si tratta di un viaggio verso l'autonomia che comincia con la chiave della propria casa, simbolo di una nuova vita. La Fondazione Auxilium, braccio operativo di questo progetto e espressione tangibile dell'impegno della Chiesa di Genova, lavora in prima linea per garantire che ogni soluzione abitativa non sia solo un riparo temporaneo, ma un vero inizio per una vita migliore. In questa città, dove le vie del mare e le strade della terra si incontrano, il progetto "A ciascuno il suo tetto" si impegna a offrire a ogni suo abitante non solo un tetto, ma un cammino verso il futuro.
 
LatinaGaeta, gli operatori Caritas come "sentinelle nella notte"
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Gaeta, gli operatori Caritas come "sentinelle nella notte"

Diocesi:
Gaeta
Località;
Gaeta
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 20.000
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 La logica del progetto “Sentinelle nella notte” della Caritas di Gaeta vede l’attività formativa come motore  principale per il raggiungimento degli obiettivi. Il contributo assegnato è di 20mila euro. Il progetto mira a rinnovare l'approccio all'assistenza e al sostegno nella comunità utilizzando la formazione come chiave di volta per raggiungere obiettivi ambiziosi. Rafforzare il servizio dei volontari, qualificare i Centri di Ascolto parrocchiali, potenziare la formazione e migliorare il coordinamento e la supervisione delle comunità sono i pilastri su cui si erge questo progetto. L'intento è chiaro: creare una comunità intra-ecclesiale capace non solo di auto-sostenersi ma anche di essere un punto di riferimento solido e affidabile per tutti coloro che si trovano in situazioni di difficoltà. L'innovazione di "Sentinelle nella notte" sta nel ricentrare la funzione dell'ascolto in una prospettiva relazionale, sottolineando l'importanza del prendersi cura di chi si prende cura. Questo approccio dualistico non solo eleva il servizio verso i più bisognosi ma arricchisce anche la vita comunitaria, rendendo i volontari consapevoli del valore profondo del loro impegno, che va oltre l'assistenza materiale per toccare le corde dell'appartenenza e della solidarietà. Il progetto si propone altresì di costruire una rete tra le Caritas parrocchiali della diocesi di Gaeta e il territorio, promuovendo un'assistenza che sia non solo tempestiva e mirata ma anche inclusiva e sostenibile nel lungo termine. L'obiettivo è quello di trasformare la Caritas non solo in un punto di assistenza ma in un vero e proprio faro di speranza per il territorio, un luogo dove la notte non sia più sinonimo di abbandono ma di comunità e supporto. "Sentinelle nella notte" di Gaeta rappresenta quindi un modello virtuoso di come la fede, l'innovazione e il senso di comunità possano convergere in iniziative capaci di fare la differenza, di portare luce nelle tenebre e di mostrare che, anche nelle ore più buie, esiste sempre una via verso l'alba.
 
LatinaGaeta, dal borgo marinaro parte un percorso di rinascita delle Caritas regionali
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Gaeta, dal borgo marinaro parte un percorso di rinascita delle Caritas regionali

Diocesi:
Gaeta
Località;
Gaeta
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 30.000
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Il progetto “Ricominciamo da noi!” si colloca nella visione pluriennale dell’idea di formazione elaborata dalla delegazione regionale delle Caritas diocesane e di questa si configura come seconda annualità. Il contributo assegnato è di 30mila euro. Il programma mira a rafforzare il tessuto di appartenenza tra le Caritas diocesane, promuovendo un modello di cooperazione basato sulla reciprocità e sulla sussidiarietà. L'obiettivo primario di questa seconda fase è consolidare e ampliare il percorso formativo avviato, mettendo al centro l'animazione della comunità come strumento culturale capace di guidare le diocesi verso un impegno partecipativo nei loro territori. Questa ambizione si traduce in un programma di formazione che tocca tematiche cruciali quali le nuove povertà, l'engagement giovanile, la comunicazione, e la lotta alle dipendenze, evidenziando l'importanza di un approccio diretto e vissuto alla formazione. Il progetto "Ricominciamo da noi!" si distingue per il suo impegno a creare una delegazione regionale delle Caritas che funge da punto di riferimento sia operativo che valoriale per le diocesi, mirando a instaurare una comunità di pratiche e di valori condivisi. Il successo di questo approccio risiede nella capacità di stimolare l'attivazione di processi concreti di animazione comunitaria, rafforzando i gruppi regionali e promuovendo una maggiore coesione tra le diverse realtà diocesane. Questo progetto non solo segna un passo importante verso la costruzione di una rete di solidarietà più forte e coesa ma rappresenta anche una testimonianza tangibile di come la fede e l'impegno congiunto possano generare un impatto positivo sulla società, rinnovando il senso di comunità e di appartenenza tra le persone.  
 
PerugiaGubbio, la Caritas di scopre come “atterrare” sul pianeta dei giovani
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Gubbio, la Caritas di scopre come “atterrare” sul pianeta dei giovani

Diocesi:
Gubbio
Località;
Gubbio
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 96.600
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Quarto anno per il progetto “Pianeta giovani” nato per volontà della Caritas di Gubbio, come insieme di attività funzionali a ragazzi del territorio che abbiano bisogno di occasioni ed opportunità. Il contributo assegnato è di 96.600 euro. Come avvicinare i ragazzi del territorio, predisporli ad attività formative, sostenerli nel loro percorso educativo? La Caritas diocesana di Gubbio cerca di intercettare le nuove generazioni coinvolgendole nel progetto “Pianeta giovani”, già avviato da alcuni anni a servizio dei ragazzi del territorio. Per l’anno 2023, le linee programmatiche intendono rafforzare alcune attività già tracciate nel corso delle precedenti annualità. Nello specifico, sarà potenziato il supporto didattico ai minori dai sei ai quattordici anni. Promossa anche la creazione e la promozione di spazi d’incontro per ragazzi e giovani, potenziando e sostenendo la rete degli oratori parrocchiali e cittadini e il Centro Giovani “L’Argo 113” per ragazzi dai quattordici ai venti anni. Previsto anche il sostegno alla formazione esperienziale dei giovani in realtà di servizio dai sedici ai venticinque anni, nonché avviamento al lavoro anche attraverso tirocini formativi per ragazzi maggiorenni, di età compresa dai diciotto ai trent’anni. Il progetto prosegue a sostenere non solo i ragazzi, ma anche i loro rispettivi nuclei familiari, e si prefigge di creare un vero e proprio laboratorio per sostenere genitori, nonni, insegnanti ed educatori nel loro compito formativo. La gestione è in capo alla Caritas diocesana di Gubbio, affiancata nella gestione dalla cooperativa sociale “Il Sicomoro”, dalla Comunità di Capodarco dell’Umbria, il Progetto Policoro Diocesi di Gubbio, la Polisportiva Oratorio Don Bosco Gubbio, la Scuola dell’Infanzia “Sacro Cuore” e la parrocchia di “San Paterniano”.
 
GenovaGenova, quando il cibo diventa ponte tra diverse realtà
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Genova, quando il cibo diventa ponte tra diverse realtà

Diocesi:
Genova
Località;
Genova
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 120.000
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La solidarietà si manifesta in molti modi, ma quando passa attraverso il cibo, assume un sapore unico, capace di unire, confortare e rivoluzionare.  Il contributo assegnato è di 120mila euro. Il  percorso intrapreso da "Il cibo che unisce" della Caritas diocesana di Genova,  giunto al suo secondo anno di attività si dimostra più che mai un esempio di come l'alimentazione possa diventare un veicolo di inclusione sociale e di supporto concreto per chi vive in situazioni di precarietà.  Il progetto si articola in tre azioni principali: la "Mensa di città", il "Refettorio di Levante" e la "Spesa accompagnata". La Mensa non si limita a fornire pasti: è anche un laboratorio di inclusione lavorativa, grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale Emmaus, che coinvolge persone svantaggiate nella preparazione dei pasti. In tal modo non solo fornisce un sostegno immediato a chi ha bisogno, ma apre anche percorsi di reinserimento sociale e lavorativo, fondamentali per un recupero della dignità personale. Il Refettorio di Levante, invece, si focalizza sull'importanza della formazione, offrendo corsi specifici ai volontari di cucina per garantire che il cibo preparato sia non solo nutriente ma anche un mezzo per trasmettere valori di cura e attenzione verso gli altri. La sperimentazione della "Spesa accompagnata" mira a rafforzare il senso di comunità, offrendo sostegno non solo alimentare ma anche emotivo a chi, pur avendo un tetto, vive in condizioni di difficoltà economica. Questo approccio multidimensionale al tema dell'assistenza alimentare mostra come sia possibile rispondere alle esigenze immediate delle persone in difficoltà, promuovendo al contempo percorsi di autonomia e inclusione
 
BolognaImola, dall'alfabetizzazione digitale all'avviamento professionale
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Imola, dall'alfabetizzazione digitale all'avviamento professionale

Diocesi:
Imola
Località;
Imola
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 11.700
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Formazione, bilancio delle competenze, avviamento al lavoro e molto altro con il progetto Worklab” della Caritas di Imola rivolto a dodici ragazzi del territorio. Il contributo assegnato è di 11.700 euro. Attraverso un'approfondita educazione digitale, il Worklab si propone di sfruttare gli strumenti quotidiani, come lo smartphone, trasformandoli in chiavi per sbloccare opportunità lavorative finora impensabili per i giovani NEET (Non in Education, Employment, or Training) tra i 16 e i 36 anni. Questo progetto comprende corsi intensivi sull'utilizzo efficace dello smartphone per la creazione di curriculum vitae innovativi e un'autentica analisi delle competenze personali. Una "palestra digitale" di ventiquattro ore incentrata sulla simulazione di colloqui di lavoro e tecniche di comunicazione efficaci mira a rafforzare ulteriormente la fiducia e le capacità dei partecipanti. Il mentoring individuale, con ben dieci ore dedicate a ciascun giovane, è pensato per orientare e supportare attivamente la ricerca di un'occupazione significativa. Il Worklab non è solamente un progetto di formazione; è un ponte verso il futuro. Con l'attivazione di due tirocini formativi della durata di sei mesi, mirati soprattutto a coloro che mostrano maggiore vulnerabilità, si offre una concreta opportunità di inserimento lavorativo. Questa iniziativa nasce da un crescente bisogno, identificato dai Centri di Ascolto e amplificato dalla collaborazione con la Pastorale Giovanile, la Pastorale Sociale e del Lavoro, le Acli e il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Guidato dall'Associazione Santa Maria della Carità Onlus, ente gestore dei servizi della Caritas diocesana di Imola, il Worklab rappresenta un modello replicabile di come la tecnologia e l'innovazione possono essere messe al servizio dell'inclusione sociale.
 
Carbonia-IglesiasIglesias, l'Emporio della Solidarietà è un luogo dove l'autonomia si intreccia con la solidarietà
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Iglesias, l'Emporio della Solidarietà è un luogo dove l'autonomia si intreccia con la solidarietà

Diocesi:
Iglesias
Località;
Iglesias
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 70.000
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A seguito di un incremento del numero di famiglie del territorio richiedenti aiuti alimentari, la Caritas di Iglesias prosegue nel suo servizio di supporto con il progetto “Emporio della Solidarietà”, a cui è stato assegnato un contributo di 70mila euro.   Il progetto “Emporio della Solidarietà” della Caritas diocesana di Iglesias è un progetto ormai consolidato, arrivato ormai al suo sesto anno di attuazione. Il servizio ha avuto avvio nel giugno del 2016, allorché i dati forniti dai Centri d’ascolto e dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse descrivevano una perdurante situazione di precarietà socio-economica per un numero crescente di persone della Diocesi, con un incremento del numero di famiglie richiedenti aiuti alimentari. l progetto dell’Emporio prevede il conferimento di prodotti distribuiti non con pacchi già predisposti; sono i beneficiari, infatti, dopo esser stati ascoltati dagli operatori dei Centri di almeno una delle realtà aderenti al progetto, a scegliere secondo le proprie necessità, come in un vero negozio. Come prosecuzione delle precedenti annualità, le linee programmatiche del 2023 sono destinate a circa seicento famiglie fragili del territorio della diocesi. Quest’anno, il progetto si delinea in alcune azioni principali. Sarà attuata ed organizzata la sistemazione dei locali dell’Emporio, attraverso piccoli interventi di manutenzione ordinaria. In programma inoltre il potenziamento della formazione rivolta agli operatori ed ai volontari, al fine di mettere in campo un proficuo ed efficace innalzamento delle competenze educative che riescano a fare fronte alla povertà educativa purtroppo incisivamente presente in molte famiglie del territorio. Si procederà infine all’animazione pastorale delle parrocchie della diocesi.  
 
GrossetoGrosseto, la casa di Rut come porto sicuro per donne maltrattate
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Grosseto, la casa di Rut come porto sicuro per donne maltrattate

Diocesi:
Grosseto
Località;
Grosseto
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 45.000
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Il progetto assiste donne che si trovano in stato di emergenza abitativa o che siano vittime di violenze o maltrattamenti, mediante la messa a disposizione di alloggi di accoglienza e la realizzazione di percorsi personalizzati di sostegno. Il contributo assegnato alla Caritas diocesana di Grosseto è di 45mila euro. Il progetto “La casa di Rut” della Caritas diocesana di Grosseto, in continuità con le precedenti annualità, intende proporre attività di presa in carico e l’accoglienza di donne sole o con figli minori che si trovano in una situazione di emergenza abitativa o che siano vittime di violenza o maltrattamenti, familiari e non. Continuerà anche il sostegno verso donne che vivono al proprio domicilio, ma che attraversano situazioni di particolare disagio. Si pensa ad esempio a vittime di violenza, monogenitoriali senza occupazione, donne inoccupate a basso reddito con figli minori a carico oppure a situazioni similari che portino ad un disagio economico e sociali. Donne che verranno assistite attuando anche a loro beneficio alcuni percorsi personalizzati di sostegno ed empowerment. All’interno del progetto “La casa di Rut” si prevede inoltre di facilitare l’inserimento lavorativo delle donne prese in carico inoccupate o disoccupate, mediante la sperimentazione di un piccolo laboratorio di sartoria ed un’attività di supporto mirata alla partecipazione a corsi di formazione. Sarà potenziato infine anche il sostegno extrascolastico per i minori, aggiungendo al supporto allo studio pomeridiano, anche la formazione all’uso corretto del computer, di internet e dei social network e la promozione di sani stili di vita, anche con la frequenza ad attività sportive e ricreative.
 
GrossetoGrosseto, supporto alle fragilità nutrizionali del territorio
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Grosseto, supporto alle fragilità nutrizionali del territorio

Diocesi:
Grosseto
Località;
Grosseto
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 55.000
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Arriva alla terza annualità il progetto “RE.VI.E. - Recupero virtuoso eccedenze alimentari” voluto dalla Caritas diocesana di Grosseto come supporto alle fragilità nutrizionali del territorio. Il contributo assegnato è di 55mila euro. Questa iniziativa non si limita alla semplice distribuzione di alimenti, ma inaugura una vera e propria cultura del recupero, incentrata sul rispetto e sulla valorizzazione delle risorse disponibili. Con l'obiettivo di assistere 150 nuclei familiari, RE.VI.E. mira a intensificare la collaborazione con supermercati e imprese locali per una raccolta efficace di prodotti alimentari, che vengono poi distribuiti direttamente alle porte delle famiglie bisognose. Al di là della distribuzione alimentare, il progetto prevede percorsi personalizzati per i beneficiari, indirizzati all'acquisizione di una maggiore autonomia personale. Il rafforzamento dei servizi di raccolta e consegna a domicilio rappresenta solo una parte dell'ambizioso programma di RE.VI.E., che include anche l'espansione delle strutture di stoccaggio e la creazione di una rete di collaborazione sul territorio per ottimizzare la distribuzione dei beni. Un altro aspetto fondamentale del progetto è la promozione di un consumo consapevole e la sensibilizzazione contro lo spreco alimentare, attraverso iniziative che coinvolgono tutta la comunità. L'operato di RE.VI.E. in questi anni ha trasformato il modo in cui la diocesi di Grosseto si rapporta alle sfide della nutrizione e dello spreco, delineando un modello replicabile di gestione virtuosa delle eccedenze alimentari. La gestione diretta della Caritas diocesana di Grosseto garantisce che ogni aspetto del progetto sia curato nei minimi dettagli, dall'acquisizione alla distribuzione dei prodotti, fino alla valutazione dell'impatto sociale generato.
 
Carbonia-IglesiasIglesias, dall'agricoltura solidale opportunità di lavoro e riscatto sociale
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Iglesias, dall'agricoltura solidale opportunità di lavoro e riscatto sociale

Diocesi:
Iglesias
Località;
Iglesias
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 50.000
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 Sesta annualità per il progetto “Orti solidali di Comunità” della Caritas di Iglesias che prevede la gestione di un orto solidale da parte di cinque persone che versino in stato di bisogno. Il contributo assegnato è di 50mila euro. Il progetto della Caritas diocesana di Iglesias “Orti solidali di Comunità”, prevede la coltivazione di prodotti orto-frutticoli da parte di cinque persone in stato di necessità, le quali, a fronte del lavoro prestato, riceveranno quanto è necessario per il loro autoconsumo familiare. Nello svolgimento delle attività nel campo, i beneficiari saranno seguiti ed accompagnati da un coltivatore esperto e da un educatore professionale, che li seguiranno anche al di fuori dell’orario di presenza sul campo, per garantire una presa in carico totale. Seguendo questa ottica, anche per l’anno 2023 è previsto, per tre beneficiari, un contributo al reddito mensile. L’esubero della produzione di frutta ed ortaggi sarà destinato inoltre al sistema della solidarietà cittadina, come la casa di prima accoglienza “Santo Stefano”, il seminario diocesano, la mensa cittadina e l’Emporio della Solidarietà. A fronte di donazioni libera, i prodotti saranno accessibili anche a privati. Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, uno dei canali di cessione del surplus a soggetti privati previsti in questa nuova annualità è rappresentato dai mercatini di “Campagna Amica” della Coldiretti, con la quale sono in corso contatti e collaborazioni. Il progetto “Orti solidali di Comunità” gestito direttamente dalla Caritas diocesana di Iglesias, può contare sulla collaborazione di numerosi soggetti pubblici e privati del territorio e del supporto di quindici volontari.  
 
GoriziaGorizia: quando la casa diventa un nuovo inizio
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Gorizia: quando la casa diventa un nuovo inizio

Diocesi:
Gorizia
Località;
Gorizia
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 120.000
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  Siamo ancora in grado di prenderci cura dell’altro? Un esempio di "cura" è il progetto “Riparto da Casa” della Caritas diocesana di Gorizia, arrivato al suo quarto anno di attuazione. Il contributo assegnato è di 120mila euro. Una vita interrotta. Un’auto che diventa letto. E poi l’incontro con il progetto “Riparto da Casa”, promosso dalla Caritas diocesana di Gorizia e gestito dalla Cooperativa Sociale Murice. Sono tante le storie di rinascita che si potrebbero raccontare grazie al progetto che mette in campo non sono gli alloggi ma anche e soprattutto l’accompagnamento personalizzato dei beneficiari, offerto da un’équipe professionale. “Riparto da casa” è un servizio di accoglienza in housing first per dieci persone o piccoli nuclei familiari in grave disagio abitativo che si trovino a Gorizia. In parallelo, i beneficiari verranno accompagnati ai servizi e alle opportunità del territorio. Se disoccupati, verranno invece sostenuti nell’inserimento lavorativo e verrà erogata attraverso uno sportello di accompagnamento economico, la consulenza nella gestione del bilancio familiare. Non vorremmo trovare anche noi qualcuno che ci stia accanto nella difficoltà, disposto a sostenerci e aiutarci a trovare delle soluzioni insieme? Proprio per questo e per “prendersi cura”, Caritas Gorizia tra le sue svariate attività compiute attraverso i volontari e la rete sociale, conta anche sull’housing first, un approccio di sostegno alle persone senza dimora in cui viene offerto un alloggio: in questo modo possono dedicare le proprie energie e risorse nel ricercare una propria autonomia personale, accompagnati da persone esperte, perché il problema della casa è stato risolto. “Riparto da Casa”, mira ad offrire una ritrovata stabilità e l’aiuto di professionisti che accolgono e permettono di iniziare un nuovo percorso. Le storie di chi ha ritrovato dignità e stabilità grazie a “Riparto da Casa” sono testimonianze potenti di come la fede, la speranza e l'impegno concreto possano creare realtà nuove. Sono racconti di vita che si intrecciano con l'impegno di volontari, professionisti e della comunità tutta, rivelando una rete di solidarietà che supera gli ostacoli e apre strade di futuro.  
 
AnconaJesi, una comunità in movimento verso l'inclusione sociale
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Jesi, una comunità in movimento verso l'inclusione sociale

Diocesi:
Jesi
Località;
Jesi
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 100.000
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Destinatarie del progetto “Luoghi di comunità” sono centosessanta famiglie per l’ambito casa e quaranta persone per l’ambito lavoro. Il soggetto gestore è la “Fondazione Caritas Jesina Padre Oscar Onlus”, braccio operativo della Caritas diocesana. Il contributo assegnato è di 100mila euro. Il progetto si snoda attraverso due direttrici principali: casa e lavoro, considerati pilastri fondamentali per la realizzazione personale e collettiva. Il fine è quello di offrire un supporto che non si limiti al mero aiuto materiale ma che si estenda alla formazione e all'inserimento lavorativo, seguendo un approccio globale di presa in carico delle persone. La creazione di uno “Sportello Casa e Lavoro” è uno dei cardini di questa iniziativa: un luogo dove chi si trova in situazioni di difficoltà può trovare orientamento nella ricerca di una casa a canone calmierato e supporto nella ricerca di opportunità lavorative, anche attraverso tirocini formativi o percorsi di inclusione attiva. Questa strategia si affianca a misure volte a contrastare il disagio abitativo, tra cui l'utilizzo di strutture di accoglienza gestite direttamente dalla Caritas o in collaborazione con enti locali, per offrire non solo un tetto, ma anche un accompagnamento legale e sanitario a persone senza dimora. Un aspetto innovativo del progetto è l’attivazione di un fondo per le emergenze, pensato per sostenere chi, inserito in un percorso personalizzato, si trova ad affrontare spese improvvise, dalle bollette alle necessità mediche, dimostrando così un approccio flessibile e attento alle reali necessità delle persone. Infine, il progetto prevede attività di animazione e promozione sociale, oltre a study visit in altre diocesi italiane, per favorire lo scambio di buone pratiche e rafforzare la rete di inclusione sociale.
 
TorinoIvrea, un percorso di salute e solidarietà
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Ivrea, un percorso di salute e solidarietà

Diocesi:
Ivrea
Località;
Ivrea
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 9.000
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Attenzione alla salute, soprattutto per quella di chi non può permettersi cure specialistiche o farmaci specifici per la propria patologia. Il contributo assegnato al progetto “Salute come benessere fisico, mentale e sociale” della Caritas di Ivrea è di 13.500 euro. “Salute come benessere fisico, mentale e sociale”: si intuiscono dallo stesso titolo, le finalità del progetto della Caritas diocesana di Ivrea. Un percorso che punta a consolidare l’impegno nell’essere di guida all’accesso ai servizi sanitari pubblici e ad educare verso le corrette abitudini sanitarie fin dalla prima infanzia. Il "Centro di Ascolto Salute", punto nevralgico dell'iniziativa, rappresenta un punto di riferimento nell'assistenza ai meno fortunati, garantendo la distribuzione di farmaci essenziali a coloro che si trovano in condizioni economiche tali da non permettere l'acquisto dei medicinali necessari. La partnership con l'Associazione del Farmaco di Torino amplifica ulteriormente la portata del progetto, assicurando una disponibilità costante di farmaci "da banco" per soddisfare le esigenze della comunità. In una società in cui le disuguaglianze sanitarie si fanno sempre più evidenti, il progetto di Ivrea emerge come un esempio di come la cura e l'attenzione verso i più vulnerabili possano effettivamente fare la differenza. La stretta collaborazione con i medici di famiglia e gli enti preposti alla cura delle dipendenze patologiche sottolinea l'approccio integrato del progetto, che non si limita alla semplice erogazione di servizi, ma cerca di costruire una rete di supporto capillare ed efficace. “Salute come benessere fisico, mentale e sociale” si rivela non solo come una risposta alle immediate necessità sanitarie, ma come un modello di come la prevenzione, l'educazione e la solidarietà possano confluire in una visione più ampia del benessere.
 

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