AgrigentoProgetto Casa Rahab - Housing first - Sotto lo stesso tetto
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Progetto Casa Rahab - Housing first - Sotto lo stesso tetto
- Regione:
- Sicilia
- Diocesi:
- Agrigento
- Località;
- Agrigento AG
- Ambito:
- Carità
- Destinati:
- € 83.100
- Anno:
- 2011
- Sito:
- www.diocesiag.it
Il 25 febbraio 2014, giorno della festività di San Gerlando Patrono di Agrigento è stata inaugurata “Casa Rahab” struttura di housing sociale della Caritas diocesana di Agrigento e della Fondazione Mondoaltro, braccio operativo della stessa.
La struttura situata al secondo piano dello stabile dell’ex Istituto Granata in via Orfane 16 ad Agrigento ospiterà 7 mini appartamenti di due posti ciascuno per persone in situazioni di marginalità sociale, affiancando all’alloggio una strategia di accompagnamento per la fuoriuscita dal bisogno secondo la metodologia sviluppata in contesto europeo definita “housing first”. “La crisi attuale – dichiara mons. Francesco Montenegro Arcivescovo di Agrigento - ha portato ad un livello senza precedenti di senza dimora. Questa forma estrema e complessa di esclusione sociale può essere affrontata solo attraverso politiche integrate che mettano insieme interventi di housing con azioni per l’occupazione e la ricostruzione dei legami sociali”.
Le situazioni problematiche legate all’assenza di un’abitazione stabile sono in aumento e riguardano ormai un ampio spettro di soggetti, che non per forza coincidono con le classiche figure deboli che siamo abituati ad immaginare. Il target al quale “Casa Rahab” si indirizza riguarda, quindi, singoli individui italiani e stranieri, uomini, in situazione di marginalità sociale.
Le persone accolte svolgeranno attività di volontariato per stimolare percorsi di cura del bene comune visibili alla cittadinanza e sottoscriveranno un regolamento disciplinare con diritti e doveri come, ad esempio, il rispetto del progetto di accompagnamento multidisciplinare concordato con il tutor. Il periodo di accoglienza sarà concordato in base alla situazione ed al progetto personalizzato sul singolo individuo accolto. L’accoglienza avverrà sempre per il tramite del centro di ascolto diocesano.