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Ginosa, il restauro della chiesa di San Martino Vescovo

CHIESA DI SAN MARTINO VESCOVO
2022

Assegnato un contributo di 282.427 per il consolidamento e restauro interni e per l’ impermeabilizzazione della copertura della chiesa di San Martino vescovo.

La chiesa fu edificata tra il 1496 ed il 1515. Nel 1586 la chiesa venne quasi interamente rifatta su committenza di Domenico Patarino di Castellaneta con l’ampliamento del presbiterio per sistemarvi il coro e sopra di esso l’altare. Tutte le sue parti sono state rialzate tranne la cappella nobiliare.
Nel 1941 la chiesa viene completamente ridipinta e affrescata dal pittore locale Vito Malvani.

La facciata ha un andamento lineare con uno sviluppo verticale poco pronunciato e scandita da quattro lesene che rispecchiano all’esterno l’andamento planimetrico interno con la divisione in tre navate. Nella parte inferiore si apre il grande portale d’ingresso accessibile attraverso una serie di gradini; l’ingresso è inquadrato in un portale architravato con colonnine laterali scanalate poste su alti basamenti e con capitelli con tralci vegetali e teste di angeli. Al di sopra di questa lunetta compare il grande affresco rappresentante San Martino di Tours a cavallo, oggi poco leggibile. La parte superiore della facciata è scandita dalla grande finestra circolare posta al centro che dà luce alla navata centrale e due piccole feritoie rettangolari, a destra e a sinistra, che danno invece luce alle navate laterali. La chiesa si presenta con un impianto planimetrico a tre navate diviso da tre pilastri con parastre per lato. La navata di destra è divisa in quattro campate tre delle quali ospitano un altare, mentre la terza corrisponde al portale d’ingresso laterale sul quale è collocata la piccola immagine di Sant’Oronzo; gli altri altari sono dedicati all’Immacolata, alla Madonna del SS. Rosario,a San Vincenzo Ferreri e alla SS. Addolorata; in fondo alla navata una porta dà accesso alla sagrestia. Sulla navata sinistra si aprono quattro cappelle e sul fondo un grande cappellone; si susseguono, in ordine, l’Altare della SS. Annunziata, la Cappella della SS. Trinità, la Cappella della Madonna del Carmine, la Cappella del SS. Sacramento e Rosario, la Cappella di San Pietro, la Cappella di San Gaetano e infine, in fondo alla navata il grande Cappellone. La navata centrale, voltata a botte ogivale lunettata, con due finestre lobate contrapposte per lato ed un oculo tompagnato in linea con quello ricavato nella facciata principale, si conclude col presbiterio. La decorazione dell’arco trionfale che dà accesso al presbiterio, della chiave di volta della navata centrale e delle sommità dei pilastri è identica a quella esterna dei portali e degli oculi, con festoni di foglie d’acanto. Nella navata centrale è anche collocato il pulpito, costruito e rivestito in legno di noce, a forma ottagonale e con motivi decorativi vegetali e floreali. La zona absidale è accessibile salendo tre gradini; in posizione centrale è collocata la mensa eucaristica retta da due colonne in pietra; dietro di essa si sviluppano i quattordici stalli lignei fissi ed altri mobili utilizzati in passato nelle messe solenni; sono in legno di noce e presentano intarsi in chiaro e scuro alternati da motivi vegetali e floreali. Al di sopra dell’altare è ubicata la cantoria costruita nel 1586, interamente in legno, e l’organo. La cantoria si presenta come una balaustra, dipinta d’oro e celeste, composta da una parte centrale convessa e da due laterali concave, sulle quali risaltano tre dipinti su tela: la Madonna del latte, il Miracolo di Sant’Antonio di Padova e il Miracolo di San Girolamo.

Totale fondi 8xmille
ricevuti

282.427

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