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PalermoDi nuovo cittadini - I anno
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Di nuovo cittadini - I anno

Regione:
Sicilia
Diocesi:
Palermo
Località;
Palermo
Ambito:
Carità
Destinati:
€ 24.000
Anno:
2018
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La Chiesa invita a una “conversione culturale” in cui la “giustizia riconciliativa” prevalga sulla «giustizia retributiva». Ciò permette sia di offrire alle vittime un ruolo attivo, sia di restituire alla società la responsabilità di rieducare. Lo aveva detto anche Cesare Beccaria: “Se le pene saranno moderate… sarà tolto lo squallore e la fame dalle carceri… la compassione e l’umanità penetreranno le porte ferrate”. L’esigenza personale del detenuto di vivere in carcere un tempo di riabilitazione e di maturazione è infatti esigenza della stessa società, sia per recuperare una persona che possa validamente contribuire al bene di tutti, sia per depotenziare la tendenza a delinquere e la pericolosità sociale. Proprio su questa focalizzazione, il progetto intende porre l’attenzione sul percorso di revisione critica legato all’azione dissociale compiuta, non solo in termini di regola disattesa, ma nell’aspetto personale, familiare e sociale. Per tale ragione, saranno proposte attività di rilevanza psicoterapeutica e pedagogica, all’interno di sezioni speciali, definite su proposta della direzione dell’Istituto penitenziario. La Chiesa entra in questo modo nella sfera del trattamento penitenziario, non solo in termini assistenziali, ma anche e soprattutto come impegno, in modo concreto e non solo come affermazione di un principio, per una effettiva rieducazione della persona, richiesta sia in funzione della dignità del detenuto stesso, sia in vista del suo reinserimento sociale. Il modello gruppale di revisione e ripensamento dell'azione dissociale sarà riproposto con i detenuti che svolgono attività di volontariato in misura alternativa e/o LPU presi incarico dalla nostra Caritas diocesana all'esteno della dimensione carceraria. Per la comunità che accoglie e il sociale sarà definito un piano di sensibilizzazione e informazione che coinvolgerà parrocchie, movimenti, associazioni, al fine di ampliare la rete di supporto esistente, ancora difficile da sviluppare, soprattutto verso i detenuti che possono godere di un beneficio e/o misura alternativa alla detenzione. Particolare attenzione sarà rivolta alla collaborazione con il volontariato interno e con i cappellani. Ulteriore azione riguarderà il sostegno ai detenuti e alle famiglie dei detenuti,quest’ultime gravate dall’assenza di un reddito o con redditi incapaci di potere garantire un minimo di sussistenza familiare, anche attraverso tirocini, borse lavoro/studio.
 

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