Firmo perchè

Le testimonianze di chi firma.

Ti presentiamo alcune testimonianze di persone che decidono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica e ci raccontano il perché della loro scelta.
Leggi la loro storia e se vuoi, raccontaci perché firmi per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Partecipa anche tu!

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Natalia, 73 anni, Gualdo Tadino (PG)

“Firmo perché restituisco così il mio grazie alla Chiesa”.Leggi di più

Dare alla Chiesa l’8xmille è, per me, un atto “inderogabile”. Sono in obbligo per tanti aspetti e, in particolare, per la forza morale che mi ha trasmesso nella vita. Ero una bambina degli anni 50, molto timida ed abbandonata dalla famiglia. Le lacune affettive, causa della fragilità emotiva, sono state colmate dalle figure di un parroco eccezionale, dal Vescovo e dalle suore della città. Frequentavo l’Azione Cattolica e nell’ampio atrio che mi accoglieva, il sabato pomeriggio e la domenica, l’Oratorio offriva, oltre alle gare di Catechismo, attività ludiche, con ping-pong, tombole, esercizi basati sull’ascoltare, osservare, discernere, rispettando regole, senza l’eccesso dell’autoritarismo. Tra i progetti, fondamentale era il teatro, che ha permesso il superamento del mio complesso d’inferiorità. presente fin dall’infanzia. I saperi, conquistati con la solidarietà familiare di quell’ambiente ricco di stimoli sani, hanno completato e rinvigorito la mente. La Chiesa mi ha sostenuto anche materialmente; con il grande esempio dei suoi ministri, ho conquistato la dignità e l’autonomia. La storia attuale ci presenta le vittime di un mondo opportunista che calpesta i poveri. Tutti noi dobbiamo offrire il nostro contributo alla Chiesa, che deve essere rinvigorita e che, da sempre, si dirige verso chi ha perso amore e infonde speranza con risposte concrete, si schiera per la giustizia ed il benessere dei molti deboli; sa includere, integrare, sollevare chi è caduto negli infiniti rivoli del disagio o nella fossa del degrado, solleva chi soffre, chi non può curarsi e non ha cibo e lavoro. La Chiesa sa costruire ponti per superare il virus dell’isolamento e dell’individualismo radicale, tutela le famiglie in difficoltà. Ho visto, con in miei occhi, quanta benevolenza ha fornito a chi ha avuto lacerazioni per guerre e violenze, quante opportunità concede... e, sempre silenziosamente! Spesso i mass-media sono distratti e non colgono il merito di queste grandi azioni, che attuano dovunque: opere di bene per sconfiggere i profitti economici che tanto mortificano i poveri. Restituisco il mio grazie alla Chiesa con un dono, perché, per prima me l’ha concesso, crescendomi nei luoghi di sane relazioni d’amore ed autorevolezza, di umanità e ampio respiro culturale.

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Pasquale, 79 anni – Pensionato, Grosseto

“Firmo perché la parrocchia è l’estensione della mia famiglia”.Leggi di più

Dare alla Chiesa l’8xmille è, per me, un atto “inderogabile”. Sono in obbligo per tanti aspetti e, in particolare, per la forza morale che mi ha trasmesso nella vita. Ero una bambina degli anni 50, molto timida ed abbandonata dalla famiglia. Le lacune affettive, causa della fragilità emotiva, sono state colmate dalle figure di un parroco eccezionale, dal Vescovo e dalle suore della città. Frequentavo l’Azione Cattolica e nell’ampio atrio che mi accoglieva, il sabato pomeriggio e la domenica, l’Oratorio offriva, oltre alle gare di Catechismo, attività ludiche, con ping-pong, tombole, esercizi basati sull’ascoltare, osservare, discernere, rispettando regole, senza l’eccesso dell’autoritarismo. Tra i progetti, fondamentale era il teatro, che ha permesso il superamento del mio complesso d’inferiorità. presente fin dall’infanzia. I saperi, conquistati con la solidarietà familiare di quell’ambiente ricco di stimoli sani, hanno completato e rinvigorito la mente. La Chiesa mi ha sostenuto anche materialmente; con il grande esempio dei suoi ministri, ho conquistato la dignità e l’autonomia. La storia attuale ci presenta le vittime di un mondo opportunista che calpesta i poveri. Tutti noi dobbiamo offrire il nostro contributo alla Chiesa, che deve essere rinvigorita e che, da sempre, si dirige verso chi ha perso amore e infonde speranza con risposte concrete, si schiera per la giustizia ed il benessere dei molti deboli; sa includere, integrare, sollevare chi è caduto negli infiniti rivoli del disagio o nella fossa del degrado, solleva chi soffre, chi non può curarsi e non ha cibo e lavoro. La Chiesa sa costruire ponti per superare il virus dell’isolamento e dell’individualismo radicale, tutela le famiglie in difficoltà. Ho visto, con in miei occhi, quanta benevolenza ha fornito a chi ha avuto lacerazioni per guerre e violenze, quante opportunità concede... e, sempre silenziosamente! Spesso i mass-media sono distratti e non colgono il merito di queste grandi azioni, che attuano dovunque: opere di bene per sconfiggere i profitti economici che tanto mortificano i poveri. Restituisco il mio grazie alla Chiesa con un dono, perché, per prima me l’ha concesso, crescendomi nei luoghi di sane relazioni d’amore ed autorevolezza, di umanità e ampio respiro culturale.

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Daniela Fazzolari, 46 anni - Attrice, Piazza Armerina (EN)

“Firmo perché possiamo fare qualcosa per gli altri, perché gli altri siamo anche noi”.Leggi di più

Dare alla Chiesa l’8xmille è, per me, un atto “inderogabile”. Sono in obbligo per tanti aspetti e, in particolare, per la forza morale che mi ha trasmesso nella vita. Ero una bambina degli anni 50, molto timida ed abbandonata dalla famiglia. Le lacune affettive, causa della fragilità emotiva, sono state colmate dalle figure di un parroco eccezionale, dal Vescovo e dalle suore della città. Frequentavo l’Azione Cattolica e nell’ampio atrio che mi accoglieva, il sabato pomeriggio e la domenica, l’Oratorio offriva, oltre alle gare di Catechismo, attività ludiche, con ping-pong, tombole, esercizi basati sull’ascoltare, osservare, discernere, rispettando regole, senza l’eccesso dell’autoritarismo. Tra i progetti, fondamentale era il teatro, che ha permesso il superamento del mio complesso d’inferiorità. presente fin dall’infanzia. I saperi, conquistati con la solidarietà familiare di quell’ambiente ricco di stimoli sani, hanno completato e rinvigorito la mente. La Chiesa mi ha sostenuto anche materialmente; con il grande esempio dei suoi ministri, ho conquistato la dignità e l’autonomia. La storia attuale ci presenta le vittime di un mondo opportunista che calpesta i poveri. Tutti noi dobbiamo offrire il nostro contributo alla Chiesa, che deve essere rinvigorita e che, da sempre, si dirige verso chi ha perso amore e infonde speranza con risposte concrete, si schiera per la giustizia ed il benessere dei molti deboli; sa includere, integrare, sollevare chi è caduto negli infiniti rivoli del disagio o nella fossa del degrado, solleva chi soffre, chi non può curarsi e non ha cibo e lavoro. La Chiesa sa costruire ponti per superare il virus dell’isolamento e dell’individualismo radicale, tutela le famiglie in difficoltà. Ho visto, con in miei occhi, quanta benevolenza ha fornito a chi ha avuto lacerazioni per guerre e violenze, quante opportunità concede... e, sempre silenziosamente! Spesso i mass-media sono distratti e non colgono il merito di queste grandi azioni, che attuano dovunque: opere di bene per sconfiggere i profitti economici che tanto mortificano i poveri. Restituisco il mio grazie alla Chiesa con un dono, perché, per prima me l’ha concesso, crescendomi nei luoghi di sane relazioni d’amore ed autorevolezza, di umanità e ampio respiro culturale.

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Mirko, 33 anni – Vigile del fuoco, Milano

“Firmo perché io sono quello che sono grazie alla Chiesa cattolica”.Leggi di più

Dare alla Chiesa l’8xmille è, per me, un atto “inderogabile”. Sono in obbligo per tanti aspetti e, in particolare, per la forza morale che mi ha trasmesso nella vita. Ero una bambina degli anni 50, molto timida ed abbandonata dalla famiglia. Le lacune affettive, causa della fragilità emotiva, sono state colmate dalle figure di un parroco eccezionale, dal Vescovo e dalle suore della città. Frequentavo l’Azione Cattolica e nell’ampio atrio che mi accoglieva, il sabato pomeriggio e la domenica, l’Oratorio offriva, oltre alle gare di Catechismo, attività ludiche, con ping-pong, tombole, esercizi basati sull’ascoltare, osservare, discernere, rispettando regole, senza l’eccesso dell’autoritarismo. Tra i progetti, fondamentale era il teatro, che ha permesso il superamento del mio complesso d’inferiorità. presente fin dall’infanzia. I saperi, conquistati con la solidarietà familiare di quell’ambiente ricco di stimoli sani, hanno completato e rinvigorito la mente. La Chiesa mi ha sostenuto anche materialmente; con il grande esempio dei suoi ministri, ho conquistato la dignità e l’autonomia. La storia attuale ci presenta le vittime di un mondo opportunista che calpesta i poveri. Tutti noi dobbiamo offrire il nostro contributo alla Chiesa, che deve essere rinvigorita e che, da sempre, si dirige verso chi ha perso amore e infonde speranza con risposte concrete, si schiera per la giustizia ed il benessere dei molti deboli; sa includere, integrare, sollevare chi è caduto negli infiniti rivoli del disagio o nella fossa del degrado, solleva chi soffre, chi non può curarsi e non ha cibo e lavoro. La Chiesa sa costruire ponti per superare il virus dell’isolamento e dell’individualismo radicale, tutela le famiglie in difficoltà. Ho visto, con in miei occhi, quanta benevolenza ha fornito a chi ha avuto lacerazioni per guerre e violenze, quante opportunità concede... e, sempre silenziosamente! Spesso i mass-media sono distratti e non colgono il merito di queste grandi azioni, che attuano dovunque: opere di bene per sconfiggere i profitti economici che tanto mortificano i poveri. Restituisco il mio grazie alla Chiesa con un dono, perché, per prima me l’ha concesso, crescendomi nei luoghi di sane relazioni d’amore ed autorevolezza, di umanità e ampio respiro culturale.

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Giorgia, 27 anni – Operatrice sociale, Verona

“Firmo perché è un gesto semplice ma che contribuisce a fare grandi cose”.Leggi di più

Dare alla Chiesa l’8xmille è, per me, un atto “inderogabile”. Sono in obbligo per tanti aspetti e, in particolare, per la forza morale che mi ha trasmesso nella vita. Ero una bambina degli anni 50, molto timida ed abbandonata dalla famiglia. Le lacune affettive, causa della fragilità emotiva, sono state colmate dalle figure di un parroco eccezionale, dal Vescovo e dalle suore della città. Frequentavo l’Azione Cattolica e nell’ampio atrio che mi accoglieva, il sabato pomeriggio e la domenica, l’Oratorio offriva, oltre alle gare di Catechismo, attività ludiche, con ping-pong, tombole, esercizi basati sull’ascoltare, osservare, discernere, rispettando regole, senza l’eccesso dell’autoritarismo. Tra i progetti, fondamentale era il teatro, che ha permesso il superamento del mio complesso d’inferiorità. presente fin dall’infanzia. I saperi, conquistati con la solidarietà familiare di quell’ambiente ricco di stimoli sani, hanno completato e rinvigorito la mente. La Chiesa mi ha sostenuto anche materialmente; con il grande esempio dei suoi ministri, ho conquistato la dignità e l’autonomia. La storia attuale ci presenta le vittime di un mondo opportunista che calpesta i poveri. Tutti noi dobbiamo offrire il nostro contributo alla Chiesa, che deve essere rinvigorita e che, da sempre, si dirige verso chi ha perso amore e infonde speranza con risposte concrete, si schiera per la giustizia ed il benessere dei molti deboli; sa includere, integrare, sollevare chi è caduto negli infiniti rivoli del disagio o nella fossa del degrado, solleva chi soffre, chi non può curarsi e non ha cibo e lavoro. La Chiesa sa costruire ponti per superare il virus dell’isolamento e dell’individualismo radicale, tutela le famiglie in difficoltà. Ho visto, con in miei occhi, quanta benevolenza ha fornito a chi ha avuto lacerazioni per guerre e violenze, quante opportunità concede... e, sempre silenziosamente! Spesso i mass-media sono distratti e non colgono il merito di queste grandi azioni, che attuano dovunque: opere di bene per sconfiggere i profitti economici che tanto mortificano i poveri. Restituisco il mio grazie alla Chiesa con un dono, perché, per prima me l’ha concesso, crescendomi nei luoghi di sane relazioni d’amore ed autorevolezza, di umanità e ampio respiro culturale.

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Diego, 49 anni – Insegnante, Ancona

“Firmo perché ho la certezza che sono fondi che vengono concretamente utilizzati”.Leggi di più

Dare alla Chiesa l’8xmille è, per me, un atto “inderogabile”. Sono in obbligo per tanti aspetti e, in particolare, per la forza morale che mi ha trasmesso nella vita. Ero una bambina degli anni 50, molto timida ed abbandonata dalla famiglia. Le lacune affettive, causa della fragilità emotiva, sono state colmate dalle figure di un parroco eccezionale, dal Vescovo e dalle suore della città. Frequentavo l’Azione Cattolica e nell’ampio atrio che mi accoglieva, il sabato pomeriggio e la domenica, l’Oratorio offriva, oltre alle gare di Catechismo, attività ludiche, con ping-pong, tombole, esercizi basati sull’ascoltare, osservare, discernere, rispettando regole, senza l’eccesso dell’autoritarismo. Tra i progetti, fondamentale era il teatro, che ha permesso il superamento del mio complesso d’inferiorità. presente fin dall’infanzia. I saperi, conquistati con la solidarietà familiare di quell’ambiente ricco di stimoli sani, hanno completato e rinvigorito la mente. La Chiesa mi ha sostenuto anche materialmente; con il grande esempio dei suoi ministri, ho conquistato la dignità e l’autonomia. La storia attuale ci presenta le vittime di un mondo opportunista che calpesta i poveri. Tutti noi dobbiamo offrire il nostro contributo alla Chiesa, che deve essere rinvigorita e che, da sempre, si dirige verso chi ha perso amore e infonde speranza con risposte concrete, si schiera per la giustizia ed il benessere dei molti deboli; sa includere, integrare, sollevare chi è caduto negli infiniti rivoli del disagio o nella fossa del degrado, solleva chi soffre, chi non può curarsi e non ha cibo e lavoro. La Chiesa sa costruire ponti per superare il virus dell’isolamento e dell’individualismo radicale, tutela le famiglie in difficoltà. Ho visto, con in miei occhi, quanta benevolenza ha fornito a chi ha avuto lacerazioni per guerre e violenze, quante opportunità concede... e, sempre silenziosamente! Spesso i mass-media sono distratti e non colgono il merito di queste grandi azioni, che attuano dovunque: opere di bene per sconfiggere i profitti economici che tanto mortificano i poveri. Restituisco il mio grazie alla Chiesa con un dono, perché, per prima me l’ha concesso, crescendomi nei luoghi di sane relazioni d’amore ed autorevolezza, di umanità e ampio respiro culturale.

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