Firmo perchè

Le testimonianze di chi firma.

Ti presentiamo alcune testimonianze di persone che decidono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica e ci raccontano il perché della loro scelta.
Leggi la loro storia e se vuoi, raccontaci perché firmi per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Partecipa anche tu!

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Franca Maria – Avvocato ecclesiastico, Bari

“Firmo perché è un’occasione per sentirci fratelli tutti”.Leggi di più

È una scelta semplice, gratuita, senza alcun costo, eppure di grande valore morale perché è una firma per il bene comune, per aiutare concretamente i più deboli e chi spende la propria vita al loro fianco. Una piccola risorsa per affrontare le crisi, le calamità, per aiutare le famiglie in difficoltà e tutti i Sud del mondo. Un’occasione per il bene, per prendersi cura, per dare una carezza a chi ne ha più bisogno, per sfamare chi ha fame. Insomma, la scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF alla Chiesa per scopi caritativi e umanitari per tutti deve essere un imperativo. Per i credenti un modo per vivere concretamente le sette opere di misericordia corporale e sperimentare quella “amicizia sociale” si cui parla il Papa nella sua enciclica.

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Pasquale, 79 anni – Pensionato, Grosseto

“Firmo perché la parrocchia è l’estensione della mia famiglia”.Leggi di più

È una scelta semplice, gratuita, senza alcun costo, eppure di grande valore morale perché è una firma per il bene comune, per aiutare concretamente i più deboli e chi spende la propria vita al loro fianco. Una piccola risorsa per affrontare le crisi, le calamità, per aiutare le famiglie in difficoltà e tutti i Sud del mondo. Un’occasione per il bene, per prendersi cura, per dare una carezza a chi ne ha più bisogno, per sfamare chi ha fame. Insomma, la scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF alla Chiesa per scopi caritativi e umanitari per tutti deve essere un imperativo. Per i credenti un modo per vivere concretamente le sette opere di misericordia corporale e sperimentare quella “amicizia sociale” si cui parla il Papa nella sua enciclica.

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Daniela Fazzolari, 46 anni - Attrice, Piazza Armerina (EN)

“Firmo perché possiamo fare qualcosa per gli altri, perché gli altri siamo anche noi”.Leggi di più

È una scelta semplice, gratuita, senza alcun costo, eppure di grande valore morale perché è una firma per il bene comune, per aiutare concretamente i più deboli e chi spende la propria vita al loro fianco. Una piccola risorsa per affrontare le crisi, le calamità, per aiutare le famiglie in difficoltà e tutti i Sud del mondo. Un’occasione per il bene, per prendersi cura, per dare una carezza a chi ne ha più bisogno, per sfamare chi ha fame. Insomma, la scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF alla Chiesa per scopi caritativi e umanitari per tutti deve essere un imperativo. Per i credenti un modo per vivere concretamente le sette opere di misericordia corporale e sperimentare quella “amicizia sociale” si cui parla il Papa nella sua enciclica.

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Mirko, 33 anni – Vigile del fuoco, Milano

“Firmo perché io sono quello che sono grazie alla Chiesa cattolica”.Leggi di più

È una scelta semplice, gratuita, senza alcun costo, eppure di grande valore morale perché è una firma per il bene comune, per aiutare concretamente i più deboli e chi spende la propria vita al loro fianco. Una piccola risorsa per affrontare le crisi, le calamità, per aiutare le famiglie in difficoltà e tutti i Sud del mondo. Un’occasione per il bene, per prendersi cura, per dare una carezza a chi ne ha più bisogno, per sfamare chi ha fame. Insomma, la scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF alla Chiesa per scopi caritativi e umanitari per tutti deve essere un imperativo. Per i credenti un modo per vivere concretamente le sette opere di misericordia corporale e sperimentare quella “amicizia sociale” si cui parla il Papa nella sua enciclica.

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Giorgia, 27 anni – Operatrice sociale, Verona

“Firmo perché è un gesto semplice ma che contribuisce a fare grandi cose”.Leggi di più

È una scelta semplice, gratuita, senza alcun costo, eppure di grande valore morale perché è una firma per il bene comune, per aiutare concretamente i più deboli e chi spende la propria vita al loro fianco. Una piccola risorsa per affrontare le crisi, le calamità, per aiutare le famiglie in difficoltà e tutti i Sud del mondo. Un’occasione per il bene, per prendersi cura, per dare una carezza a chi ne ha più bisogno, per sfamare chi ha fame. Insomma, la scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF alla Chiesa per scopi caritativi e umanitari per tutti deve essere un imperativo. Per i credenti un modo per vivere concretamente le sette opere di misericordia corporale e sperimentare quella “amicizia sociale” si cui parla il Papa nella sua enciclica.

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Diego, 49 anni – Insegnante, Ancona

“Firmo perché ho la certezza che sono fondi che vengono concretamente utilizzati”.Leggi di più

È una scelta semplice, gratuita, senza alcun costo, eppure di grande valore morale perché è una firma per il bene comune, per aiutare concretamente i più deboli e chi spende la propria vita al loro fianco. Una piccola risorsa per affrontare le crisi, le calamità, per aiutare le famiglie in difficoltà e tutti i Sud del mondo. Un’occasione per il bene, per prendersi cura, per dare una carezza a chi ne ha più bisogno, per sfamare chi ha fame. Insomma, la scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF alla Chiesa per scopi caritativi e umanitari per tutti deve essere un imperativo. Per i credenti un modo per vivere concretamente le sette opere di misericordia corporale e sperimentare quella “amicizia sociale” si cui parla il Papa nella sua enciclica.

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